videogioco o romanzo?

Un videogioco o un romanzo? To the moon.

Non lo so se vi è mai capitato, di commuovervi o piangere con un videogioco.

A me mai, finora. Eppure si sa, che sono un sentimentalone.

Poi ho trovato su Gog.com questo giochetto indie, in offerta speciale l’ho pagato pochissimo, e con la sua grafica retrò 16bit che lo fa molto più vecchio della sua età (è del 2011) non gli davo due lire…

infatti non è un videogioco. E’ un film, o un romanzo, o una graphic novel se volete – però guidato da te, e scava nei posti dove di solito tu lasci chiuso a chiave: malattia, vecchiaia, fallimenti, tragedie familiari, ma anche amore, sogni, corridoi della scuola, infanzia lontana…

E’ tutto quello che passa davanti agli occhi di John, il protagonista che non muove un muscolo, fermo nel suo letto di morte mentre una squadra speciale di medici che ha assoldato la settimana prima, con una macchina futuribile entra nei suoi ricordi per inserire laggiù nell’infanzia il suo ultimo desiderio, quello di andare sulla Luna, e permettergli così di riviversi in testa una vita come-se, in cui farà di tutto per avverarlo.

E’ un viaggio in un mondo sospeso, con una colonna sonora evocativa e una storia bellissima, perchè è una storia d’amore. Come un bel libro lo consiglio a tutti, ci passate qualche ora, finisce in fretta ma regala emozioni.

Un videogioco: e che ci facciamo?

Come per un libro, ve lo leggete. Non è affatto complicato giocarlo, una volta capito il meccanismo un po’ macchinoso dei puzzle da risolvere per attivare gli oggetti-guida che vi permettono di risalire all’indietro nei ricordi di John.

E come per un libro, ve lo godete. Lasciatevi sorprendere, è una cosetta ma scava in profondità.

Soprattutto, ad un certo punto, mentre siete nel bel mezzo della storia, fermatevi un attimo a pensare a quelle professoresse incattivite, che vanno in giro a dire che i videogiochi gli rovinano gli alunni, o che si incazzano perchè “per colpa di internet” che evidentemente secondo loro ha rovinato i giovani, “non possono più spiegare Dante come facevano 10 anni fa” (giuro che è vera).

E poi pensate a questo giochino indie con la sua grafica retrò a 16bit, che sta lì a dimostrare che, per tutti quelli che vogliono trovare dei modi nuovi, c’è tutto lo spazio e il tempo che serve. E che qualche volta, provare qualcosa di inaspettato, fa bene alla salute.

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